venerdì 24 luglio 2009

Ma come faccio...

...a fornicare con Angela?

Il mio minuto membro è a pezzi da tempo!

Però la sogno tutte le notti.
Fa la cacca, tanta. E prende con cura le lunghe deiezioni e le avvolge tra i suoi molli seni. Struscia, e anche in sogno sento liberarsi l'odore mefitico di quell'amalgama di rifiuto e peccato. I capezzoli svettano, bollosi e rigidi, di tra quel marasma che mi sconvolge i sensi.

Ieri notte ho persino leggermente eiaculato, facendo sì che mi svegliassi lanciando un urlo lancinante. Il mio ridicolo sesso perdeva pus e gocce di sperma da diversi punti, dove i brandelli sono disuniti. Angela si sta privando anzitempo della sua più turpe umiliazione.

giovedì 23 luglio 2009

Cianuro

Mio padre, come se nulla fosse, al ritorno a casa: "Non che sia necessario che tu lo sappia" [!!!!] "ma tu e Angela vi sposerete questo autunno".

Resto zitto.

Mio padre va via, resto solo con mia mamma.

Lei mi sorride e dice "è una brava ragazza, vedrai che andrà tutto bene...".

Stavo per risponderle, esprimendo i miei dubbi. Che tenerezza la mia mamma!
Mio padre torna all'improvviso nella stanza e dice beffardo: "così magari spierai lei mentre piscia e mi lascerai in pace". E ride.

Io mi ammazzo.

martedì 21 luglio 2009

[senza titolo]

Seduti sul bordo del lago, lei prende coraggio e parla:
- Dai, cerca di dirmi qualcosa di te. È difficile, lo so, ma dato che dobbiamo sposarci...
Rido sinceramente divertito, con un velo di isteria dovuto alla tensione e alla timidezza.
- Lo sai, vero?
(Prosegue lei)

- Cosa?
chiedo io distratto

- Beh...
Va via

Torna.

- Ma scusa, non ti hanno detto nulla, di quello che hanno deciso per noi?

- No...


Oddio, un altro attacco di panico....

scrivere queste poche righe - ci ho messo un'ora
continuo dopo scusatemi

giovedì 16 luglio 2009

Il gelatino

Zitti. Tre quarti d'ora.

L'unica domanda, lei a me: "Che lavoro fai?"
Io la guardo imbarazzato, e continuo a leccare il gelatino.

Poi, siamo tornati a casa dei miei. Mio padre le ha subito chiesto: "ti sei annoiata con questo noiosone?". E lei: "Ma no, è simpatico".

Ci vediamo di nuovo questo fine settimana, "una gita al lago" ha decretato mio padre-padrone.
"Veniamo anche noi" ha aggiunto mia madre "ma fate come se non ci fossimo".

Però la scorsa notte l'ho sognata. Era accovacciata su una sedia sfondata, come se stesse covando delle uova. E tra le gambe grassocce si faceva strada un rivolo d'urina densa, forse carica di batteri, sgocciolando da madidi peli pubici che sembravano capelli tanto erano lunghi.

mercoledì 15 luglio 2009

Una moglie per me?

Questa volta il titolo non è fuorviante.

I miei genitori, nella loro infinita crudeltà, hanno deciso di sottopormi a questa umiliazione.

Stanchi di avere un budino rancido ciondolante per casa, perdente goccioloni di feci ed evitato anche dal cane, hanno deciso di volermi accasare.

Ma chi può prendere un individuo del genere? Ovvio, qualcuna (quasi) del mio livello: Angela.
Angela è la figlia di amici di famiglia, è un bocciuolo di letame cresciuto nella campagna fosca e degenerata. Molto larga, poco alta. Capelli neri ricci, un naso gonfio e aquilino, e basta, non voglio continuare a descriverla.
Oh, sono autocritico: rispetto a me, è Afrodite. Ma perché io sono io, giusto per questo.

Ci hanno fatto conoscere a tradimento, "poi magari vi vedete e andate a prendere un gelatino insieme".

Angela mi ha guardato, visibilmente imbarazzata, nonostante mio padre mi avesse fatto lavare a forza, minacciando di lasciarmi sotto un ponte.

Il primo incontro, con i genitori di entrambi, è stato un incubo.

Ma nulla in confronto al vegnente "gelatino".

Sopravviverò? Riuscirò a infilare un dito in quella vagina affossata tra il flaccido grasso delle sue gambe, segreto rimasto inesplorato se non dalle sue timide e gonfie dita?

Mi disgusta, ma ogni tanto quando ci penso un fiotto bruciante mi giunge ai rimasugli di pene infetto.