sabato 27 settembre 2008

La mia estate - parte I

Sono arrivato a casa dei miei, dopo un viaggio su un treno più puzzolente di me, in un giorno che definire afoso era riduttivo. Il mio sudore si incrostava rancido sulla pelle che mi ero lavato il giorno prima, e mi pareva già uno spreco di tempo quegli interminabili minuti sotto la doccia, che mi avevano privato di qualcosa che era ormai intimamente mio. Con una macchia intorno al cavallo dei pantaloni, complice una furtiva masturbazione nel vagone, ho rivisto dopo oltre un anno e mezzo i miei genitori.

Mia madre, una signora insignificante, con quei capelli grigio topo che mi hanno ossessionato sin dall'infanzia. Erano già grigi. Quei due seni flosci e dopotutto piccini, che pure scatenarono le mie prime fantasie onaniste da piccolo. "Mamma, posso dormire nel lettone, che papà stanotte non c'è?", "Certo, vieni". E non mi bloccava quando mi palpavo il pisellino di nascosto sotto le lenzuola, faceva finta di non vedere. Doveva fermarmi, volevo che mi fermasse. Ma quando mai ha capito qualcosa quella? O forse ha sempre capito troppo.

Mio padre, un vecchio bastardo, tanto insensibile quanto crudele nei miei confronti, ha sempre deriso la mia inettitudine. Lui sì che ha avuto una vita piena, mica io! Mah, piena di cosa, bisognerebbe vedere...

Tobia, uno dei tre cagnacci che tengono (che nome idiota!), mi è saltato addosso per farmi le feste, sebbene prima di quel momento l'avessi visto solo una volta. Un bovaro enorme, mi ha atterrato, e ovviamente sono finito su un terreno melmoso. Mio padre già mi guardava con disprezzo.

Il pranzo è stato avvilente. Poche parole: i miei sapevano che qualunque cosa mi avessero chiesto, la risposta sarebbe stata desolante, per me e per loro. Alla fine, per farmi capire che sarebbe stata una "vacanza" dura, mio padre se ne uscì con un "come mai non ci hai invitato al tuo matrimonio?". "Matrimonio?". "Dai, possibile che un giovanotto come te sia ancora single?"...

mercoledì 24 settembre 2008

Campagna d'autunno

Molti di voi, nella valanga di commenti al post precedente, hanno ipotizzato un mio viaggio estivo. Avevate ragione. Ma definirla vacanza, non è il termine giusto. Non sono stato al mare, né in altra località turistica. Non ho fatto nulla di estremo, tipo stare sotto un ponte con i topi. Ma forse ho fatto di peggio. Sono andato dai miei genitori.

Non è roba da descrivere in un solo post. Introduco solo l'ambientazione: la afosa pianura ferrarese, dove i miei genitori, due vecchi a mio parere meschini, si sono trasferiti da 10 anni (ignoro i reali motivi, non avendo lì nessuna radice). Un casale tra i campi, tra zanzare, qualche bestia puzzolente e gli sguardi cattivi sebbene magnetici di quei due, che mi hanno rovinato la vita. Anche se loro sostengono che l'abbia rovinata io a loro.