venerdì 16 maggio 2008

Automutilazione

Lo scintillare del coltello contro il mesto lume della cucina.
Sulla lama si riflette la mia immagine, bolle di pus intorno alle labbra,
sguardo perso nei recessi dell'inutilità. Big bang alla rovescia.

Fluttuare inconscio di ricordi d'infanzia, alienazione come oggi.
Mostro la carne, acida e sporca, il mio braccio come una zampa
di bestia. Scorre il filo del coltello, ora è il mio sangue marcio che scintilla.


Procurarmi tagli sull'avambraccio è riuscito, almeno per oggi, a placare il mio senso di vuoto pneumatico che avverto nei miei visceri. Ma non potrà durare, devo punirmi con più foga per la mia vita orribile.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

mi pare giusto quello che hai fatto.
però sui tagli io ci avrei urinato e defecato sopra altrimenti non vale la pena!

Uchafu ha detto...

era ovvio che prima o poi succedeva,anzi,da quello che ci racconti mi sorprendo che non l'hai deciso prima

Ownatore! ha detto...

Visto che,oramai è mollo e flaccido,e non ti si rizza più,perchè non prendere in considerazione l'evirazione?

GIGLIO VIOLA ha detto...

Dai sì, tagliati il cazzo e poi mangialo, tanto per quello che ti serve...