Non ci potevo credere. Nemmeno Angela era ancora vergine. Stupro o serata finita in sbornia, la sicurezza della sua innocenza perduta l'ho avuta ieri sera, appena tornato dai miei.
"Vai da Angela, e conoscetevi meglio".
Mio padre. Il conoscersi sessuale, ovviamente. Ormai, dopo aver rilasciato nel mio retto tutto lo sperma trattenuto in una vita, non ha più peli sulla lingua.
Angela e io. In una stanza gelata, a casa sua.
I miei -e i suoi- escono, per lasciarci soli. Che gentili...
Lei trema, e con un filo di voce: "Dovremmo spogliarci, mi hanno detto".
Pure io, tutto dire, mi rendevo conto di quanto fosse umiliante la situazione.
Puzzava anche lei, come si fosse spalmata della cacca sotto le ascelle, e poi si fosse messa a sudare come una pazza.
Le ascelle: che peli lunghi! Quasi più ispidi e melmosi dei miei.
Che tette, però: come piacciono a me. Lunghe, lunghissime, ricordavano quelle della vecchia dell'ASL. I capezzoli asimmetrici e di dimensioni differenti: l'uno seminascosto e minimo, l'altro centrale e globoso. Un po' di sporcizia nerastra nel durevole solco.
Il resto dello striptease, mi ha visto del tutto inerme. Non la guardavo nemmeno, e lei me ne era grata. Mi accorgevo che si toglieva vestiti dall'odore mefitico di sozzume sempre più intenso.
Infine, tutta nuda, si alza in piedi e mi si para davanti, con le gambe (enormi) che tremavano e le pupille dilatatissime.
"Dovresti guardarmi".
Istruzioni dei nostri genitori, credo.
Alzo gli occhi, subito mirando verso l'incontrarsi delle gambe piene di solchi e smagliature. Volevo vedere dal vivo un organo femminile, tutto per me.
Protubera un cordolo di carne. Sul momento sembrava quasi un pene, invece era la prova che, lì sotto, qualcosa doveva essere già successo. Tra le gambe, dai peli unti del pube, le penzolava un enorme condiloma, sul quale erano cresciuti a sua volta altri papillomi.
Molle e purulento, emanava un odore che solo le mie insalubri abitudini mi permettevano di sopportare. Sopra quel grappolo di polipetti, era cresciuto anche qualche pelo durissimo, quasi fossero aghi. Evidentemente, il virus che la aveva ridotta così se lo doveva essere preso in qualche occasione.
Tremava angosciata, non sapeva che fare per distogliere la mia attenzione da quel molle insulto alla salute. Era troppo tesa, vedevo che stringeva le gambe impaziente, strizzando quasi il turpe condiloma. Non era solo tensione: si stava pisciando addosso, e qualche goccia le cadde nonostante i suoi sforzi. L'urina andò a scottare il cordolo carnoso, e lei sbiancò dal dolore.
Alcune dense polluzioni giallo-biancastre caddero sul pavimento.
Empatia? Forse, ma mi pisciai addosso senza neanche accorgermene. Lei fissò un attimo i miei pantaloni bagnarsi, ma distolse subito lo sguardo, appena la fissai.
Si risedette, e si vestì. Andò via poco dopo.
Non aveva il coraggio di aggiungere: "Ora dovresti spogliarti tu".
"Vai da Angela, e conoscetevi meglio".
Mio padre. Il conoscersi sessuale, ovviamente. Ormai, dopo aver rilasciato nel mio retto tutto lo sperma trattenuto in una vita, non ha più peli sulla lingua.
Angela e io. In una stanza gelata, a casa sua.
I miei -e i suoi- escono, per lasciarci soli. Che gentili...
Lei trema, e con un filo di voce: "Dovremmo spogliarci, mi hanno detto".
Pure io, tutto dire, mi rendevo conto di quanto fosse umiliante la situazione.
Puzzava anche lei, come si fosse spalmata della cacca sotto le ascelle, e poi si fosse messa a sudare come una pazza.
Le ascelle: che peli lunghi! Quasi più ispidi e melmosi dei miei.
Che tette, però: come piacciono a me. Lunghe, lunghissime, ricordavano quelle della vecchia dell'ASL. I capezzoli asimmetrici e di dimensioni differenti: l'uno seminascosto e minimo, l'altro centrale e globoso. Un po' di sporcizia nerastra nel durevole solco.
Il resto dello striptease, mi ha visto del tutto inerme. Non la guardavo nemmeno, e lei me ne era grata. Mi accorgevo che si toglieva vestiti dall'odore mefitico di sozzume sempre più intenso.
Infine, tutta nuda, si alza in piedi e mi si para davanti, con le gambe (enormi) che tremavano e le pupille dilatatissime.
"Dovresti guardarmi".
Istruzioni dei nostri genitori, credo.
Alzo gli occhi, subito mirando verso l'incontrarsi delle gambe piene di solchi e smagliature. Volevo vedere dal vivo un organo femminile, tutto per me.
Protubera un cordolo di carne. Sul momento sembrava quasi un pene, invece era la prova che, lì sotto, qualcosa doveva essere già successo. Tra le gambe, dai peli unti del pube, le penzolava un enorme condiloma, sul quale erano cresciuti a sua volta altri papillomi.
Molle e purulento, emanava un odore che solo le mie insalubri abitudini mi permettevano di sopportare. Sopra quel grappolo di polipetti, era cresciuto anche qualche pelo durissimo, quasi fossero aghi. Evidentemente, il virus che la aveva ridotta così se lo doveva essere preso in qualche occasione.
Tremava angosciata, non sapeva che fare per distogliere la mia attenzione da quel molle insulto alla salute. Era troppo tesa, vedevo che stringeva le gambe impaziente, strizzando quasi il turpe condiloma. Non era solo tensione: si stava pisciando addosso, e qualche goccia le cadde nonostante i suoi sforzi. L'urina andò a scottare il cordolo carnoso, e lei sbiancò dal dolore.
Alcune dense polluzioni giallo-biancastre caddero sul pavimento.
Empatia? Forse, ma mi pisciai addosso senza neanche accorgermene. Lei fissò un attimo i miei pantaloni bagnarsi, ma distolse subito lo sguardo, appena la fissai.
Si risedette, e si vestì. Andò via poco dopo.
Non aveva il coraggio di aggiungere: "Ora dovresti spogliarti tu".
18 commenti:
mio dio orrido!!! ma stai scherzando!???!!! scappa da quella bestia putrida!! lo sai che combina il condiloma nell'uomo? ti dico cosa fanno solo per vedere se ce l'hai: hai presente lo scovolino per pulire le pipe? beh, immagina uno di quelli infilato nel buchetto dell'uccello che strofina energicamente su e giù per staccare/strappare più cellule pussibili....e poi te lo bruciano. Orrido, non distruggere il tuo membro + di quanto tu non abbia già fatto, non affondare il pene in qel ricettacolo di virus!
vorrei tanto sapere qual'è la mente geniale che si cela dietro questo blog...
oh cristo cristo! sei un genio, un fottutissimo genio ti dico! Quasi peggio dell'ultimo
Ho aperto il tuo blog per caso, stasera.
Ti giuro che ho quasi vomitato.
Questa è la cosa più orrenda che tu abbia mai scritto.
Fai schifo, diocane.
sei fantastico porca puttana!
questa faceva davvero schifo, bravo!
ahaha grande grande!! anche Angeluzza è una orrida!!
Si ma...cesso lei, fogna tu..
Potevi trombarla dio cane!
Adorabile incontro, ci stai lasciando col fiato sospeso in attesa dell'agognata copula!
Caro Rifiuto, sono tuttora convinto che tu sia un fake (vero, cara Monica?). Nonostante ciò, il crescendo di emozioni e il pathos di questi post sono strepitosi. Unico neo: tu non penetri mai! Spero colmerai al più presto anche quest'ultima, trascurabile lacuna. Con stima e (sincero) disprezzo...
Senti rifiuto senza nome, io pretendo una risposta a cio' che sto per scrivere.
Perchè non posti qualche foto? Se non vuoi farti riconoscere ok, non mettere foto di te (almeno una foto del cazzo martoriato potresti metterla pero'...), metti delle foto del posto dove vivi, degli stronzi congelati nel freezer, insomma qualcosa. Se sei davvero reale, dacci qualche prova.
I capezzoli asimmetrici e di dimensioni differenti: l'uno seminascosto e minimo, l'altro centrale e globoso. Un po' di sporcizia nerastra nel durevole solco.
Molle e purulento, emanava un odore che solo le mie insalubri abitudini mi permettevano di sopportare.
F.A.N.T.A.S.T.I.C.O.
Con questo post sei tornato sui livelli iniziali, quando mi facevi stare veramente male e a stento riuscivo a sopprimere i conati di vomito mentre leggevo i tuoi post.
Ma dovevo finirli, a costo di vomitare dovunque.
PS sei malatissimo.
Ma l'Orrido Metropolitano, è di destra o di sinistra?
per dubbioso: ma la politica del cazzo potresti evitarla???
per dubbioso...
una merda del genere è di sicuro un cattoberlusconiano di merda!
THE FAN FIGLIO DI PUTTANA
COPY AND PASTE EVERYWHERE
THE FAN FIGLIO DI PUTTANA
Pech, potresti impacchettare il prodotto dei tuoi conati e spedirli amorevolmente all'orrido, sono sicuro che apprezzerebbe e vi troverebbe nuovo entusiasmo (oltre che una lauta colazione).
Rifiuto, non hai ancora risposto.
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