domenica 27 settembre 2009

giovedì 24 settembre 2009

E ora... a puttane.

Esatto, mio padre vuole che collaudi il mio membro prima di andare da Angela.

Io sono sfinito, la mia vescica è divenuta un focolaio di un'infiammazione orrenda, piscio pus, solo pus.

E sono impotente, se eccetto le volte che, chiuso in casa, mi masturbavo dopo abbondanti assunzioni di viagra.

Ma lui non sente ragioni. E vuole accompagnarmi. E assistere.

E io, sfinito, non riesco ad oppormi.

venerdì 18 settembre 2009

La cinese

Non mi sono fidanzato con un'orientale, "la cinese" come la tortura cinese.

Non sarei mai andato dall'urologo per la seconda volta se non mi fosse piombato mio padre a sorpresa il mattino prestissimo.
Mi ha portato lì senza rivolgermi la benché minima parola, e ha voluto assistere alla visita. Inutile aggiungerlo, quell'urologo era amico di un amico, perciò disposto anche a questa palese illegalità.

Ha visto che di progressi non ne sono stati fatti. L'atmosfera aveva raggiunto livelli asfissianti al punto che sarei potuto benissimo morire sul colpo. E magari fosse successo.
Intorno ai brandelli del mio fu pene, sei occhi disgustati e tre bocche che a stento trattenevano un conato (se fosse caduto del vomito sul "fallo" sarebbe stato meglio, almeno l'avrebbe occultato). Mio padre, l'urologo e la sua giovane tirocinante osservavano con un certo disagio l'origine di questa situazione, che non mi meraviglierei se non fosse creduta e bollata come irreale. Io stesso, a ripensarci, non posso che auspicare di aver sognato. Ma ciò che sta succedendo tuttora mi porta a capire che è avvenuto davvero.

In fondo, tutto è stato meno drammatico dell'altra volta. Anche quando l'urologo parlava a mio padre di ogni piaga presente su quel minuscolo cazzo, con la tirocinante che lo muoveva e mostrava, dopo essersi messa doppi guanti di gomma, non riusciva a darmi alcun effetto.
A N E S T E T I Z Z A T O
Ormai.

"Deve mettere questa crema e, cosa più importante, per fare rimarginare tutte le numerose ferite, non deve orinare più di una volta al giorno, e ovviamente non eiaculare. Questo almeno per dieci giorni."

E qui è iniziata l'avvilenza completa. Mio padre è rimasto con me, nella mia squallida casa, sopportando il fetore e la sporcizia per controllarmi. Mi impedisce di andare in bagno, e controlla che non mi pisci addosso.
In questo momento lui è andato a farsi una bella cagata, ovviamente con tanto di abbondante pipì, mentre io sono oltre 19 ore che non vado in bagno. Boccheggio disperato, e ogni movimento mi comprime la vescica strapiena di urina fermentata. La mia uretra si allunga con micidiali erezioni, ma la ridicola lunghezza del mio membro non permette niente di che.
Ho i reni che bruciano, l'addome teso e dolorante.
Il mio aguzzino, non nasconde certo una notevole soddisfazione nel fare il ruolo del guardiano.

Credevo che essere visto per strada mentre rintuzzo il dito nella cacca grumosa di un cane spelacchiato (con tanto di pelo rimasto nelle feci) fosse il massimo dell'umiliazione.
Questo è troppo, anche per me.

lunedì 14 settembre 2009

Sono un po' teso

Piscio ogni 5 minuti. Piscio anche pus.
Piscio anche a terra.

Mi brucia. Voglio marchiarlo a fuoco prima di domani.

Domani 15 settembre 2009

"Ti ho fissato io la visita dall'urologo, sapevo che non dovevo fidarmi di te."

(mio padre, ovviamente)

Vomito da due ore.

lunedì 7 settembre 2009

La mascherina

Non essendo mai stato da un urologo, non so se è la prassi che indossi una mascherina durante il suo lavoro.
Comunque, la visita, ovviamente effettuata in una ASL diversa di quella dove lavoravo, non è stata molto lunga. Gli è bastato uno sguardo per comprendere il livello di devastazione. Come se non mi bastasse questa umiliazione, aveva una tirocinante con sé, una studentessa non bellissima ma ovviamente molto di più di qualsiasi Angela esistente su questo pianeta.
Aveva il camice ben abbottonato, ma, complice l'aria condizionata eccessiva, i capezzoli della ragazza non mancavano di mostrare la loro forma, seppure sfumatia, e provocarmi un imbarazzo che mai sarei in grado di descrivere.

"Lei non è mai stato da un urologo, vero?"
Io non gli rispondo se non bofonchiando qualche sillaba sconnessa, tremando.
"Si calmi. Signorina, oggi avrà un po' di cose da imparare."
Oddio.
"Qui abbiamo una situazione che non so quanto potrà sistemarsi. L'igiene è assente, qui è un terreno di coltura con batteri di ogni specie. Vada nel bagno qua dietro, e si lavi con questo detergente, poi torni."

Esco, non solo dalla stanza ma proprio dall'edificio.

Tremo e non comprendo, come se avessi appena ucciso qualcuno senza volerlo, e non sapessi come fare per occultare il cadavere.
E se poi il cadavere viene fuori, non è meglio denunciarmi subito in questura?
Io provo ad occultare il cadavere.
Lo sposto, lentamente, ma è pesante, e sanguina ancora.
Momento di sconforto.
È inutile, sono un inetto a prescindere dalle situazioni. Ho un cadavere tra le mani, ed è come se avessi rovesciato del latte a terra.
Pulisco il latte da terra, e strizzo nel lavandino lo straccio. Torno dentro.

Mi getto un po' d'acqua sul minuto membro, che ha più croste che carne. Verso un po' del detergente.

CAZZO CAZZO CAZZO!! Urlo come un maiale che sta per essere sgozzato. È un sapone fortemente disinfettante, sto per svenire dal bruciore. Accorre la giovane tirocinante, bussa e mi dice da dietro la porta: "Ha bisogno di aiuto?". Ovviamente pregando tutti i santi che di aiuto non ne abbia bisogno. "No..." balbetto con un filo di voce. Non respiro.

Proviamo a sciacquare. Brucia anche l'acqua fredda adesso.
Mi rimetto le mutante crostose e fetide. Come se non mi fossi lavato, insomma.

Torno, con il volto pallidissimo e un soffio al cuore, nella stanza. Mi fa sdraiare sul lettino. Non sa davvero cosa fare.

"Deve usare questo detergente tutti i giorni per una settimana, e vediamo cosa si può fare. Dovrà tornare qui poi."
No. No. No.

"Prova dolore quando eiacula?". La ragazza fa uno sguardo atterrito, probabilmente immaginandosi la scena. Io ho le lacrime.
"No... cioè non... a volte capita che...", è tutto ciò che so dire.
"Cosa? Si tranquillizzi."
"Non molto."
"Non dovrebbe provarne proprio, se stesse bene." E mi sorride paternalisticamente.

Si rende conto che è meglio finirla lì.
"Si rivesta e si sieda."
Tremo.
"La sua vita sessuale... ne ha una?". La ragazza mi sistema la sedia. Ho un tuffo al cuore.
Una giovane ventenne, dai seni normali e dagli enormi capezzoli, con degli occhiali goffi e i capelli un po' crespi, ma con una salute, anche sessuale, che probabilmente non era assoluta, ma eccezionale con me lì accanto.
Starà di certo pensando al suo ragazzo, e magari ringraziando di avere a disposizione quel fallo -piccolo o enorme?- per soddisfare le sue voglie.
Io a mia volta penso a quelle gambe non certo da Miss, ma prese dallo spasmo alla voglia di ciò che io non potrei, anche volendo, darle mai. Soffro, come uno schiavo costantemente tenuto a un passo dall'orgasmo.

Sinceramente, non ricordo cosa gli risposi. Né il resto, finché poco dopo si accommiatò dicendomi: prenoti un'altra visita, di controllo, per la settimana prossima.
Devo ancora prenotarla, ovviamente.

mercoledì 2 settembre 2009

Venerdì 4: urologo

Lunedì 7: dietologo