mercoledì 26 agosto 2009

Il perdono

Suona il telefono: Mio padre : "Ti perdono, Angela è ancora disponibile, torna qui e non fare più scherzi, schifoso, almeno fino alla cerimonia. Poi, fai quello che vuoi, Angela è contro il divorzio... Povera lei."

Riaggancio.

Non mi ha richiamato. Quello viene qui e mi ammazza. Ma ho paura di chiamare io.

Un dito nell'ano. Me lo sono infilato, è strano, ma non avevo mai esplorato le possibilità che offre la masturbazione anale. Non che riesca a rivitalizzare il mio pisello, sia chiaro, però provo un piacere come una colata di cioccolato fuso su un buon budino alla crema.

Poi mi massaggio i testicoli, che come dissi tempo fa sono molto grossi. Massaggiarli e sognare di avere un pene potente, come quel macigno di cacca che usai a mo' di fallo.

Non era finita così poi, dopo due ore ha richiamato. Tralascio i toni rudi, oltre i suoi già dilatati limiti. Domani torno.

Intanto mi rinfersco dalla calura appoggiando la mia faccia contro il piatto di feci che è in frigo. Domani non potrò più farlo.

In un piatto fondo, ben sistemato, ho messo una brodaglia giallastra di feci diarroiche, magma denso in cui nuotano alcuni pallini malleabili, poco più scuri del resto. Un'ocra chiaro in cui è riassunta la mia vita.

VOGLIO UNA PISCINA PIENA DI DIARREA!

Sognando di nuotarci, e magari rischiare di affogarci. E mentre annaspo bevo, bevo, bevo. E l'esofago impregnato di fetore molliccio, con fetidi spasmi che emettono gas pestilenti.

La piscina di cacca sciolta. Ora vado a farmi un ditalino nel culo mentre faccio un po' di diarrea.

sabato 22 agosto 2009

?

A casa mia. Di nuovo. Senza lavoro, senza soldi.
Tengo in frigo tanta merda.
Ogni tanto ne sgranocchio un po'.
E poi vomito.

Voglio morire così?

lunedì 10 agosto 2009

Distrutto

Non so da dove iniziare.

Ero chiuso in camera mia, e mi scappava la cacca. Il momento più bello della giornata!
Era un paio di giorni che non andavo di corpo, e una massa cementizia si era depositata alle porte del mio retto. Vado in bagno.
Poi ci ripenso.
La faccio in camera, adagiandola su un tovagliolo di carta.

Lo stronzo esce lento e compattissimo, un cilindro roccioso come io non lo sono stato mai, con la mia nullità che porto dietro da una vita.

Lo osservo, lo annuso, lo lecco, lo vivo.

Ma
è
un
fallo!!

Come quello che io, almeno così, non ho avuto mai.

Tentazione.
.
.
.
Ci ho già ceduto.
Calo i pantaloni, mi sdraio sul letto, pianto sopra quel minuto coso informe, bruciato dalla vita e dal vomito di ieri l'altro, il fallo fecale.

Il mio nuovo membro!!
Lungo, duro, POTENTE.

Voci in lontananza più vicine vicinissime la porta si apre!

A N G E L A

"Tuo padre mi aveva detto che potevo entrare senza bussare..."
Ti pareva che non era stato lui.
Io: pallido. Distrutto.
Lei: schizza subito fuori dalla stanza, resta a giustificarsi da dietro la porta.

Le 70 gocce di paroxetina stanno terminando l'effetto, ora che torno lucido non sarò più in grado di scrivere.

sabato 8 agosto 2009

Vomito in surround

È da due ore che vomito.

Chiuso in camera mia.
Che è chiusa in una casa a me estranea.
Che è chiusa in una campagna a me estranea.
Che è chiusa in una regione a me estranea.
Che è chiusa in un continente a me estraneo.
Che è chiuso in un mondo a me estraneo.
Che è chiuso in universo a me estraneo.

E non apro alla mamma che "vuole parlarmi", perché stavolta mi lascio circondare dal vomito, che odora di feci inacidite e cadaveri murini.
Che mi brucia la pelle, e penetra attraverso la cerniera spalancata su quel misero sesso che voglio annientare.

Ho vomitato anche sullo schermo del pc.
Come sono lontani i tempi quando giocavo ad eiacularci, sul monitor di un vecchio computer. E non ci riuscivo mai perché il getto dello sperma era sempre troppo debole.

Voglio affogare in questo vomito, che mi mangio e riespello, finché non digerisco ogni molecola che non sia d'acido cloridrico. Il mio essere di carne e il mio fallo devono ardere entro domani.

giovedì 6 agosto 2009

Sono gay!

È quello che ho detto a mio padre, senza tanti giri di parole.
Uno schiaffo orrendo mi ha segnato il mio sgradevole volto, già insozzato da un alito degno di un cadavere infetto.

"Ti sposi uguale!", e sottovoce "frocio di merda".

Stavolta sono in un vicolo cieco.

lunedì 3 agosto 2009

Agguato?

E se andassi a spiare Angela che dorme? Magari succede qualcosa... ma ho paura.