Suona il telefono: Mio padre : "Ti perdono, Angela è ancora disponibile, torna qui e non fare più scherzi, schifoso, almeno fino alla cerimonia. Poi, fai quello che vuoi, Angela è contro il divorzio... Povera lei."
Riaggancio.
Non mi ha richiamato. Quello viene qui e mi ammazza. Ma ho paura di chiamare io.
Un dito nell'ano. Me lo sono infilato, è strano, ma non avevo mai esplorato le possibilità che offre la masturbazione anale. Non che riesca a rivitalizzare il mio pisello, sia chiaro, però provo un piacere come una colata di cioccolato fuso su un buon budino alla crema.
Riaggancio.
Non mi ha richiamato. Quello viene qui e mi ammazza. Ma ho paura di chiamare io.
Un dito nell'ano. Me lo sono infilato, è strano, ma non avevo mai esplorato le possibilità che offre la masturbazione anale. Non che riesca a rivitalizzare il mio pisello, sia chiaro, però provo un piacere come una colata di cioccolato fuso su un buon budino alla crema.
Poi mi massaggio i testicoli, che come dissi tempo fa sono molto grossi. Massaggiarli e sognare di avere un pene potente, come quel macigno di cacca che usai a mo' di fallo.
Non era finita così poi, dopo due ore ha richiamato. Tralascio i toni rudi, oltre i suoi già dilatati limiti. Domani torno.
Intanto mi rinfersco dalla calura appoggiando la mia faccia contro il piatto di feci che è in frigo. Domani non potrò più farlo.
In un piatto fondo, ben sistemato, ho messo una brodaglia giallastra di feci diarroiche, magma denso in cui nuotano alcuni pallini malleabili, poco più scuri del resto. Un'ocra chiaro in cui è riassunta la mia vita.
VOGLIO UNA PISCINA PIENA DI DIARREA!
Sognando di nuotarci, e magari rischiare di affogarci. E mentre annaspo bevo, bevo, bevo. E l'esofago impregnato di fetore molliccio, con fetidi spasmi che emettono gas pestilenti.
La piscina di cacca sciolta. Ora vado a farmi un ditalino nel culo mentre faccio un po' di diarrea.