giovedì 23 aprile 2009

Brodo di cacca

Metaforicamente è anche la situazione in cui mi trovo, ma in concreto è quello che mi sto preparando prima di partire, domani mattina all'alba, per tornare dai miei.

È una cosa che può apparire disgustosa anche a me, a primo acchito, ma bollire pezzi di stronzi mollicci e oleosi, succosi di bile malassorbita, in limpida acqua che lentamente sugge tutte le essenze di quel campionario del mondo -e di me stesso- che sono le feci, è qualcosa che mi sta provocando un'emozione che non credevo di poter più provare. E mentre l'acqua si scalda con pacatezza e si lorda di umori marron, scrivo queste righe: le ultime?
Forse.
Ho comprato un piccolo pc (netbook li chiamano...), ma non so come potrò connettermi a Internet. Se riuscissi ad uscire ogni tanto da quella fattoria degli orrori dove andrò a stare potrei scrivere. Lo spero. Mi faccio schifo quando posto queste righe. Ma sempre meno che sopportare lo sguardo sdegnato dei miei.

Domani vedrò.
Intanto, il brodo di cacca sta bollendo.

E se mi dovesse far male al punto di uccidermi?

No, non è possibile! Ha un aroma sconvolgente, è un riassunto del TUTTO. I blocchetti mollicci si sono scomposti in una galassia di minuscole palline marroncine, che galleggiano sul liquido. Sul fondo, una sorta di mucillagine biancastra mezza bruciata fodera la pentola. Sarà delizioso grattarla via con un po' di pane.

Beh, vado a mangiare.

venerdì 17 aprile 2009

Mi sento solo?

Ma sono l'unico che adora cacare scoppientando tanta l'aria che si accumula nei visceri, e poi raccogliere il contenuto in una scodella e berlo?

p.s. lavoro perso: torno a vivere dai miei