mercoledì 26 marzo 2008

Gestazione

Lo sento, è dentro di me. Sono ormai diversi giorni che vado avanti ad Imodium. Ho la pancia gonfissima e sento talvolta dolori lancinanti. Perdo anche un po' di sangue. Ma questi piccoli disguidi non mi faranno desistere. Dovessi pure morire. D'altronde, se non si muore per i propri figli, per chi si deve morire?

In contemporanea mi sto abbuffando, in modo da avere più materiale possibile per il mio bambino, mentre bevo pochissimo e mi masturbo frequentemente, in modo da avere vescica e ghiandole seminali più piccole possibili, non devono sottrarre spazio al mio bambino.

Ogni volta che mi corico lo sento, mi tocco la pancia gonfia di feci, legata stretta da un'overdose di Imodium, e oblio tutti i miei mali. Ah, potessi morire di parto!

venerdì 21 marzo 2008

La pillola della fertilità

Ho deciso di fare una cosa che desideravo da tempo. Ora vado a prendere una scatola di Imodium, il noto antidiarroico, e ne prendo diverse capsule insieme, ripetendo l'operazione per alcuni giorni.
Il mio unico conforto è la cacca, e ogni volta che vado in bagno è una sofferenza salutarla - quell'ammasso informe di grumi fetidi è tutto quel che ho. Tirare lo sciacquone mi riempie di mestizia - raramente compio questo gesto, infatti.
Ora, finalmente, la terrò dentro per giorni, o per settimane... sarà come aspettare un figlio, desiderato per anni e mai arrivato. E quando, o meglio SE, dovessi defecare nuovamente, custodirò il frutto della mia lunga gestazione in modo da avere sempre qualcuno accanto a cui dare il mio patetico ed ignorato affetto.

domenica 16 marzo 2008

La sublime libagione

Una cacca in decomposizione.
Il mio davanzale della finestra,
proprio quella da dove ti spio.

Tu passi, di fretta, poc'oltre ti fermi,
le maglie scollate quei seni abbondanti
pieni di sporco di sangue di linfa.
Un giorno ti ammalerai.

La cacca è lì da mesi. La feci poco dopo l'inizio dell'autunno, quando le foglie sparse sui viali hanno lo stesso colore delle deiezioni un po' grasse. È adagiata in una scatola che tengo sul davanzale della finestra, dietro le persiane costantemente chiuse.

L'odore nauseabondo, la crosta stantia
che cela nel cuore manipoli di vermi.

Tu passi lì sotto, per una attimo l'occhio
la cacca e il tuo corpo confonde in uno.

Una ragazza, non splendida ma con dei seni notevoli, dalla forma bizzarra che ai più parrà senz'altro sgradevole, passa ogni giorno sotto casa mia. Si fonde il suo viso con l'odore della cacca decomposta, la fragranza di sudore marcio delle sue tette si lega con l'orrida deiezione marcia.

Non ti avrò mai. Intera.
Ma una parte di te sì.

Quella cacca che per un attimo
un battito d'occhi un istante
si fonde in te.

Ne ho assaggiato un pezzo ieri mattina, proprio mentre lei stava passando. Quell'ammasso, quel tanfo grumoso essiccato, per un attimo mi ha bruciato la gola. Il vomito risaliva istantaneo su per l'esofago, stavo scoppiando a forza di trattenerlo. La bocca serrata con le mani - disperato - non è servito – il vomito è spruzzato dalle narici, portando con sé sangue e moccio.

Non so neanche con che forza sto scrivendo oggi. Ora torno a letto, quel fetido giaciglio che non pulisco da mesi, dove mi piace petare e orinare.

venerdì 14 marzo 2008

L'assorbente

Il mio rapporto con le donne, come in fondo quello con ogni altro essere umano, è praticamente inestistente. Tra le righe, mi sfuggì in un vecchio post l'attrazione che provo verso un'impiegata, ormai avanti con gli anni, che lavora presso l'accettazione prelievi dell'ASL. Ha un volto piuttosto popolano, e gira sempre con un camice sbottonato che fa intravedere due seni abbondanti, con l'incavo fra le mammelle particolarmente sudicio. Inoltre, recentemente hanno assunto una ragazza molto più giovane, circa 25 anni, davvero attraente. Cosa ci fa in un luogo da reietti della vita del genere?
Nello stesso post mi scappò anche il mio modo di esprimere la mia ridicola e repressa virilità. Mi reco nello stanzino delle pulizie, dove c'è uno squallido cesso per i dipendenti, ed eiaculo a terra.

Ieri, dopo essermi ivi masturbato, entrò la ragazza neoassunta per espletare i suoi bisogni, o forse per cambiarsi un assorbente ormai incrostato di sangue grumoso. Aspettai pochi minuti, ed entrai nello stanzino sapendo che avrei trovato la signorina. Lei mi fulminò con uno sguardo di ghiaccio, e io, per allentare la tensione, le dissi: "Eh, quando la cacca scappa, scappa!". Si allontanò senza proferire parola. Feci in tempo a notare, però, che il suolo di una delle sue scarpe aveva una mesta incrostazione bianca. Il mio sperma! Ero parte di lei!

Trovai un assorbente usato nel cestino del bagno. Lo indossai, ora magari vado a togliermelo, sempre che riesca a staccarsi dopo i sogni di stanotte, che mi hanno procurato non poco sperma nelle mutande.

mercoledì 12 marzo 2008

Bromuro e viagra

Data la mia eccessiva attività onanistica, decisi, due mesi or sono, di assumere regolarmente bromuro, che, per chi non lo sapesse, fa sì che il pene non vada in erezione. Una settimana fa ho cessato di prenderlo e, nonostante l'interruzione, non riuscivo più ad avere un erezione.

Ho deciso quindi di prendere sottobanco il famoso Viagra. Avendo effetto dopo circa tre ore, verso le 18 ne ho ingoiato una pillola. Fremevo per l'arrivo delle 21. Poco prima dell'orario, mi sono seduto sul divano con abbondanti patatine e avendo un po' defecato su un pezzo di scottex adagiato sul tappeto. Non ci volle molto ed arrivò l'erezione!! Con le mani sporche e unte, ho iniziato a masturbarmi. Con fatica e impegno ho sentito il raggiungimento ormai prossimo del piacere. Qui è accaduta una cosa buffa! Volendo eiaculare sulle mie feci poste sullo scottex, mi sono inginocchiato e ho aspettato di venire con le ultime spinte. Dopo oltre due mesi, l'orgasmo è stato sì intenso che ho perso l'equilibrio, e sono finto con il pene sulla cacca. Anziché arrestarsi, l'eiaculazione è aumentata... appena finito, mi sono fatto un'altra sega. Facendo scorrere la pelle, la merda si spalmava negli interstizi del basso glande... lo sperma, tinto di marroncino, è diventata la mia nuova ossessione.

giovedì 6 marzo 2008

La vendetta

Eccomi. Ora vi racconto cosa ho fatto con le mie feci congelate, quelle di due post fa. Ho aspettato che il freezer le indurisse come pietre, non erano molto dure quando le avevo escrete.

Ho poi prelevato il sacchettino dal congelatore. Erano gelide, marroni, con qualche striatura di muco gialliccio che le avvolgeva come vene malate. Trepidando, ho estratto uno stronzo dalla busta, il più longilineo. È stato un attimo, e, giù i pantaloni e le mutande, mi sono spinto su per il culo quel coso che lo stesso culo aveva respinto pochi giorni prima. È stata la mia vendetta: quella cacca sono io, il sedere è questo mondo. Mi avete respinto, ma io, asettico e gelido, sono entrato da dove ero stato defenestrato.